I sogni e la realtà

Voci onirichelettura di 5'

31 Marzo 2020 4 min di lettura

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Voci onirichelettura di 5'

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Era dicembre 2019 quando dalla Cina la Commissione Sanitaria Municipale informò l’Organizzazione Mondiale della sanità che si stavano manifestando casi di polmonite in numero eccessivo nella provincia di Hubei. Questa polmonite, secondo la Commissione, aveva cause sconosciute. In seguito si venne a sapere che a causare queste polmoniti era il virus denominato Covid-19, una piccola particella infettiva di dimensioni submicroscopiche che parassita cellule eucariotiche animali e vegetali, costituita essenzialmente da proteine e acidi nucleici (DNA o RNA).

Quello fu l’inizio di un incubo che coinvolse tutto il pianeta. Nel giro di pochissimi mesi (si può dire giorni) tanti Paesi chiusero le frontiere, interruppero gli spostamenti e decretarono l’isolamento di tutti i cittadini. Il virus Covid-19 fu talmente aggressivo che venne dichiarata la pandemia. Molte persone rimasero isolate, in solitudine e costrette a rimanere chiuse in casa senza altri contatti, se non attraverso il telefono e altri mezzi di comunicazione virtuali che i più fortunati sapevano usare. Ma ci fu anche chi se la passò peggio di altri. Tutti i medici e gli infermieri disponibili lavorarono fino allo stremo delle forze e, a volte, pagarono con la vita l’assistenza che diedero a tutti gli infetti. Molte persone morirono in quei giorni. Non si riusciva a vedere una via di uscita da questa situazione e tutti cominciarono a temere il peggio perché, nonostante l’isolamento, non si riusciva a contenere il contagio. Il virus infatti aveva trovato il modo di propagarsi anche attraverso la contaminazione di involucri di alimenti, attaccandosi alle scarpe o ai vestiti di quei pochi che erano autorizzati a fare rifornimento di cibo per tutti gli altri che rimanevano isolati in casa. E così il contagio continuava e pareva non avere mai fine.

Clara era il suo vero nome, ma tutti la chiamavano Blue. Non era bella, ma tutti la notavano per i suoi occhi di un azzurro cristallino, che ricordava il cielo d’inverno al polo nord durante le poche ore di luce. Ed era proprio là che viveva lei, al Circolo Polare Artico, nel posto più inospitale del pianeta. Vivere lì per lei era stata una scelta ponderata.
Blue era di origini italiane. Era sempre stata un’attivista per la salvaguardia del pianeta. Era un’ecologista convinta e si era laureata con ottimi voti alla facoltà di Scienze Naturali e Ambientali di Modena. Poi aveva cercato un lavoro che le permettesse di soddisfare il suo desiderio di essere utile in campo dell’ecologia conservativa. Era rimasta più volte delusa dalle scarse opportunità che le si presentavano, ma quando le capitò l’occasione di trasferirsi a Ny-Ålesund, un insediamento situato nel nord-ovest dell’isola di Spitsbergen, la più estesa dell’arcipelago delle Svalbard (Norvegia) non ci pensò due volte. Questo villaggio era popolato da circa 200 abitanti in estate e soltanto 30 in inverno, per lo più ricercatori scientifici. La base dove era alloggiata Blue era quella italiana denominata Dirigibile Italia, in memoria di Umberto Nobile. In questa stazione venivano effettuati gli studi del CNR sui cambiamenti climatici e sullo studio dei meccanismi di interazione tra atmosfera, biosfera, idrosfera e geosfera. Era lì quando scoppiò la pandemia nel resto del mondo. In quel posto isolato, invece, non arrivò mai perché, quando lo seppero, lei e i colleghi si isolarono completamente dal resto del mondo.

I loro studi continuarono e fu proprio mentre studiava la variazione tra gli equilibri esistenti tra clima e atmosfera che venne contattata attraverso i sogni. Inizialmente non ci fece caso perché sembravano comunissimi sogni. Ma via via divennero sempre più frequenti e nitidi. Era un chiaro messaggio di offerta di aiuto. Come poteva credere che stesse succedendo davvero? Con chi poteva parlarne? Decise di tenere tutto per sé, almeno per il momento. Fu la decisione più saggia che potesse prendere perché chi la contattò voleva comunicare solo con lei.

Il primo messaggio che le diedero fu quello che la vita è molto comune nell’universo. Una varietà infinita di specie popolano i pianeti della galassia e alcune di queste progredite. Alcune più progredite dell’umanità che abita il nostro pianeta. Blue non ebbe mai un incontro ravvicinato con questi esseri. Continuarono a comunicare con lei attraverso i sogni e, quando le ebbero detto concluso il messaggio, sparirono nell’oblio da cui erano venuti.

Cosa le comunicarono? La cosa più semplice e più difficile di questo mondo: come sconfiggere il virus. Non solo il Covid-19, ma tutti i virus della terra pericolosi per le specie viventi. La formula del vaccino universale le fu rivelata durante l’ultimo sogno. Nei sogni precedenti, invece, le venne detto come fare per convincere tutti gli altri a cambiare. Poche indicazioni per riflettere tutti insieme: immaginarsi diversi ad esempio sorridendo al primo che si incontra, e salutarlo anche se non lo si conosce. Muoversi diversamente. Evitare gli spostamenti non necessari con i mezzi inquinanti e incrementare un uso più consapevole della digitalizzazione e dello smart-working.
Eliminare i rifiuti attraverso un’economia circolare, riutilizzando tutto quello che prima veniva scartato. Tutto questo attraverso un esercizio mentale: quando si prende in mano un oggetto provare ad immaginare dove sarà tra 10 anni. Mangiare diversamente scegliendo alimenti prodotti il più vicino possibile a noi ed eliminando gli imballaggi di plastica, incentivando la produzione di imballaggi ecologici e riciclabili. Sentirsi parte di una comunità. Dopo aver sperimentato l’effetto farfalla prodotto dal virus che li aveva sterminati, le persone si resero conto di essere tutte connesse tra loro e con il pianeta. Capirono che sentirsi uniti vuol dire prevedere in tempo i danni che si possono creare agli altri.

Blue ricevette anche le indicazioni su come far sapere al mondo tutto questo. Le diedero la facoltà di comunicare con tutti attraverso i sogni, come avevano fatto con lei. Non per mandare messaggi privilegiati ai potenti della terra, ma con tutti gli esseri umani. Come? La formula fu semplice, quasi disarmante. Bisognava continuare a stare isolati e pensare a quello che di buono c’era nell’umanità ed eliminare tutto quello che per essa era nocivo. Questo determinò un cambiamento epocale nell’organizzazione mondiale. Sparirono la povertà e la miseria, i ricchi prepotenti e i poveri sfruttati. I capi con il potere e gli schiavi.

Dopo un certo periodo di quarantena la gente cominciò a uscire di casa. Disse basta all’inquinamento, agli sprechi, alla perversione, al razzismo e al capitalismo. Lo dissero tutti, perché si erano resi conto che il cambiamento era nelle loro mani e si poteva fare se si rimaneva tutti uniti.