I sogni e la realtà

L’illusione di Mirrorlandlettura di 7'

19 Marzo 2020 5 min di lettura

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L’illusione di Mirrorlandlettura di 7'

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Vera stava diventando grande, era nel tipico periodo dell’oltrepassata adolescenza.

Da poco si era trasferita in un piccolo paesino chiamato Mirrorland, la sua piccola casa era abbastanza vicina al centro da poter udire le risate e gli schiamazzi del paese ma non tanto da sentirsi parte integrante dello stesso. Con sé si era portata solo una cosa per lei fondamentale: il suo animale domestico, un’asinella rosa di nome Fida.

Gli abitanti del paesello erano molto belli, sì, a vedersi erano sempre curati e sempre ben vestiti di abiti lussuriosi e luccicanti, sul viso di donne e uomini il trucco faceva da cornice alle loro espressioni che parevano essere esattamente ciò che chiunque si sarebbe aspettato in quel determinato momento: perfettamente allegre quando si parlava di argomenti simpatici, perfettamente arrabbiate quando per il paese sembrava qualcosa andasse storto o non fosse giusto, e perfettamente tristi quando qualcuno stava male.

Qualcuno era più influente di qualcun altro. A Mirrorland vi era un piccolo gruppo di persone che spiccava. Questi facevano da capo gregge. Dettavano loro ciò che era giusto e ciò che era sbagliato per il paesello, e sempre loro impostavano un certo stile, considerandolo adeguato nel vestiario e sopratutto nell’aspetto.

Tutti erano d’accordo, o almeno sembravano esserlo.

Vera era molto incuriosita dal nuovo paesello, decise dunque di andare alla scoperta della sua cultura sperando di fare nuove amicizie.

Un grande cancello delimitava l’ingresso nel centro di Mirrorland, un cancello discreto, nulla di trascendentale. Un piccolo Omino stava seduto al di fuori di esso e chiedeva ad ogni nuovo abitante le informazioni sul suo conto per poter accedere.

Omino “Buongiorno gentile ragazza, è qui perché vorrebbe entrare a far parte del popolo di Mirrorland?”
Vera con convinzione ed entusiasmo subito rispose “Sì, certo, mi piacerebbe molto!”
Omino “Bene, allora dimmi, quale è il tuo nome?
Vera “ Io sono Vera, e lei è Fida, la mia asinella”
Omino “Che bel nome Vera, siamo felici di poterti avere all’interno del nostro paesello, ma per potervi accedere ho bisogno di altre informazioni sul tuo conto. La tua storia.”

Così Vera raccontò all’Omino chi era e cosa l’aveva portata a Mirrorland: “ Vede, signor Omino, io vengo da un altro paesello chiamato Gentilandia, ma lì gli abitanti sembrano essere tutti calmi e comuni, non sembrano straordinari e non mi sento più apprezzata. Io e Fida vorremmo essere come voi, popolo di bellezza e di virtù dove poter esprimere tutto il nostro valore e condividerlo.”
Omino soddisfatto della risposta di Vera aprì le porte del cancello e fece entrare la giovane e la sua compagna.

Entrata a Mirrorland tutto sembrava una festa, le persone mostravano per le strade i loro averi, le loro cose più belle a partire dalla loro persona.
Una cosa in particolare catturò pero’ l’attenzione di Vera: A Mirrorland era consuetudine parlarsi attraverso uno specchio, la maggior parte delle persone portava con sé il proprio specchio sottobraccio. Ogni specchio trasmetteva all’interlocutore come l’altro voleva essere visto, ogni specchio aveva un potere. Quello della bellezza, quello della saggezza, quello della virtù e così via, tutti apparivano sempre ben vestiti e ben curati.
Erano molto presi da questa usanza e sembravano essere soddisfatti ogni volta che si parlavano, e si compiacevano a vicenda.

Così Vera decise di entrare nel primo botteghino che aveva un’insegna tanto grande che era impossibile non vederlo “Vendesi Specchi da bellezza”, diceva l’insegna. Compro’ il suo primo specchio, da bellezza, si guardò e per una volta si sentì…favolosa perché parlando al venditore attraverso lo specchio lui stesso la vedeva favolosa, tanto da complimentarsi con lei!

Usci dal negozio saltellando qua e là e per le vie di Mirrorland, quasi dimenticandosi di Fida che la seguiva ovunque.

“Buongiorno signore, sono Vera, che ne dite, vi piacerebbe parlare con me?”
Le signore la guardarono con aria di superiorità e sfociarono in una risata collettiva.
“Piccola, cosa pensi? Che con un solo specchio di bellezza potrai essere all’altezza della nostra considerazione?”
Vera abbattuta tornò nella sua casina, appena fuori dal paesello. Lasciò lo specchio dietro la porta e si coricò coccolando la dolce Fida, e insieme si addormentarono serenamente.

Il giorno seguente Vera, più decisa che mai, tornò a Mirrorland con alcuni risparmi, si compro’ altri specchi che permettevano di avere effetti differenti: virtù, forza e saggezza. Guardandosi negli specchi si potevano percepire queste qualità, ci si sentiva davvero così come raccontavano, e tutti lo avrebbero visto!  Così Vera iniziò ad essere ammirata e guardata da tutti, tutti volevano parlare con lei attraverso gli specchi.

Ormai per la giovane ragazza erano diventati indispensabili per sentirsi bene, per avere autostima, mai usciva dalla sua casina senza specchio se non quando passeggiava sola con Fida.

Fida non riusciva a capire cosa la compagna trovasse di tanto speciale in quegli specchi, perché lei da sempre la vedeva come una ragazza responsabile, saggia, divertente e bellissima. Nonostante la poca cura di Vera nei confronti di Fida, quest’ultima non la lasciava mai da sola, cercando di portarla sempre con i piedi per terra, tenendola ancorata alle loro passeggiate nei campi e alle loro coccole prima della buonanotte.

Purtroppo però a Mirrorland era pieno di signore invidiose che, nonostante la magia degli specchi, non riuscivano ad ottenere gli effetti migliori che potevano ottenere le giovani donnine come Vera. Questo creava in loro una forte frustrazione. Vera minacciava involontariamente la loro autorità, toccandole nell’orgoglio; il popolo ormai amava più Vera che le Signore che da anni erano famose nel paesello per la loro bellezza e la loro influenza.

Così una notte tre di queste donne entrarono nella casa di Vera e Fida e rubarono tutti i suoi specchi.
Il giorno dopo Vera decise di tornare ugualmente al paesello, ma tutti gli abitanti vedendola per come era, senza alcun effetto, senza alcuno specchio, la disprezzarono. Quanti difetti aveva Vera, non era bella come sembrava, non era grande come appariva. Sentendosi osservata e giudicata per come era si guardò indietro, alle sue spalle c’era Fida. Non l’aveva mai delusa né lasciata, per lei era perfetta.

Così ripercorrendo la sua storia si rese conto che forse quel mondo non le apparteneva. Aveva perso i suoi valori, la sua identità. Accecata da ciò che potevano vedere gli altri aveva perso di vista ciò che realmente per importante per lei, tra cui Fida.

Imparata la lezione Vera tornò a Gentilandia, dove i suoi affetti la accolsero con tanta gioia e tanto amore, che a Mirrorland le era mancato. Non era più sola e poteva sentirsi libera di essere se stessa, capì che questo era molto più importante di essere apprezzati e ammirati per qualcosa che non si è.

Un giorno, il giorno dell’Aporealtà, accadde una cosa tanto inaspettata quanto distruttiva per i cittadini di Mirrorland. Arrivò l’Acherone, un turbolento temporale e catastrofico terremoto che distrusse tutte le case del paesello, compresi gli specchi.

La mattina seguente gli abitanti erano disperati, e una forte onda di depressione catturò tutte le loro convinzioni. Nessuno più si sentiva adeguato, nessuno si sentiva sicuro senza quell’oggetto che separava loro dai loro interlocutori e li faceva sentire tanto belli e ammirati.

Era tutto spento.

Vera saputo della notizia tornò al paesello per aiutare gli abitanti, nonostante loro non fossero stati gentili con lei, ma nel frattempo era maturata ed era sicura di sé, per davvero. Vide gli abitanti per come erano, quelle persone che tanto le sembravano perfette, belle, ben vestite e tanto sicure ora le scoprì: piccoli ominidi, di un aspetto poco piacevole, grugnivano ed erano scortesi tra di loro.

“Tanto tempo ho perso a piacere a chi non apprezzava le mie qualità, chi di vere qualità non ne ha”. Pensò Vera tra sé e sé.

Gli abitanti per non sentirsi da meno non vollero essere aiutati, cacciarono Vera e Fida dal paesello, che piano piano fu ricostruito con gli stessi criteri con cui era stato fatto in origine. Stessi specchi e stesse persone, con poco valore ma tanta apparenza.

Tante volte ci perdiamo nei pensieri altrui e cerchiamo attenzione e approvazione da chi realmente non ci apprezza per come siamo e che non ha nulla da insegnarci, perdendo di vista i valori che davvero sono importanti e le persone che incondizionatamente ci stanno vicine. Vivere nell’illusione è magnifico per chi non sa costruire la propria persona. Chi non impara a mostrarsi e farsi amare senza filtri non troverà mai pace e sarà sempre costretto a vivere nell’illusione che si è creato.