La beffa

Le luci di Las Vegaslettura di 3'

27 Aprile 2020 2 min di lettura

Le luci di Las Vegaslettura di 3'

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Ho attraversato il fiume e mi sono voltato ad osservare la vecchia ed assonnata Las Vegas assopirsi al timido sole dell’alba.
Las Vegas di giorno è una cosa diversa. Las Vegas di giorno rallenta e sembra quasi addormentarsi come fanno i vampiri.
Tutti pensano a Las Vegas e alle sue mille luci sfavillanti, alla Strip e alle strade brulicanti di persone, ai giochi d’acqua delle fontane dell’Hotel Bellagio e al meraviglioso tintinnare delle vincite milionarie alle slot machine.
Certe volte la notte a Las Vegas può durare giorni interi, settimane, mesi. Per alcuni individui può persino durare una vita perché in pochi preferiscono Las Vegas di giorno. La verità è sempre meno fascinosa di una bugia vestita a festa che ci consente di prosperare e sentirci al sicuro nella mediocrità delle nostre convinzioni. Per questo non è facile riuscire a vedere la differenza tra la Las Vegas di notte e quella diurna. Quando ci si trova immersi nel suo vortice di colori, suoni e seduzioni, è impossibile mettere a fuoco i suoi difetti, i suoi sobborghi periferici desolati e con poca vitalità, le moquette consumate di certe hall di terz’ordine o il volto del diavolo che si cela dietro ai giocatori più incalliti.
Io non faccio eccezione a questa regola. Ho dovuto prendere le distanze, attraversare il fiume, fermarmi con il fiatone sulla riva opposta e, finalmente senza fretta, voltarmi ad osservare a lungo il velo imbellettato della notte lasciar posto alla luce rivelatrice dell’alba, per capire l’inganno in cui sin qui ero vissuto.
Accerchiato da un grande silenzio che avvolge ogni cosa, persino il fiume sembra scorrere ammutolito, al punto da farmi pensare che tutto ciò che mi circonda in questo momento complotti per obbligarmi ad osservare e scandagliare con occhio attento e disincantato la trasformazione di Las Vegas. Lei, la soubrette esuberante e piena di lustrini che pian piano, a causa di un sole sempre più impietoso ed alto nel cielo, si trasforma in una donna di malaffare, segnata, stanca e consumata da anni di quella “vita”.
Ormai il sole è seduto sul suo trono e le luci della Strip, le irriducibili, sono ridotte ad un tremolio incerto dell’orizzonte.
Anche io come quella babele contemporanea non posso fingere di non vedere la realtà. Ormai anche i miei occhi vedono chiaramente che, fin qui, era stato tutto una gran bugia; quello in cui avevo trovato piacere e conforto troppe volte, sapevo, in fondo all’anima, che altro non era che un teatrino di menzogne che ora si erano completamente smascherate.
L’ipocrisia dispone di un guardaroba molto ampio con cui travestirsi e farci credere di essere diversa, ma, spogliata e nuda, sembra dire “eccomi ..io sono tutto questo e non fingere sorpresa perché, in fondo, hai sempre saputo come stavano le cose!”
Mi fermerò qui ancora qualche istante a contemplare questo spettacolo, questo momento di rivelazione. Poi però me ne andrò prima che cominci nuovamente ad imbrunire: non voglio attendere una nuova sera ed una nuova notte, non voglio rivedere mai più Las Vegas che si trasforma con tutta la sua forza ammaliatrice nella realtà finta e suadente della quale mi sono appena liberato, non voglio vivere mai più in un inganno.