Cronache di Pandemia: oltre la rete, oltre l’ostacololettura di 4'
L’anno 2020 entrerà nella storia, questo è certo, ma, come si dice in questi casi, dalla parte sbagliata.
Mese di marzo: siamo in piena quarantena.
L’Italia e il resto del mondo sono in guerra contro un nemico invisibile, dai nomi bizzarri: COVID-19 o, per gli amici, CORONAVIRUS.
Detto così potrebbe quasi ispirare simpatia, ricordando una nota birra con la fettina di limone dentro.
La realtà è però ben diversa: il COVID-19 prima toglie il respiro e poi uccide, soprattutto i più fragili, le persone anziane, decimando così un’intera generazione di nonni, la coscienza storica del nostro paese.
Il primo problema è che non esiste il vaccino.
Il secondo problema è che si trasmette respirando e parlando, spesso anche da e tra persone asintomatiche: la sua diffusione è rapida e subdola.
L’unica strada praticabile al momento e che in Cina, da dove il COVID-19 ha iniziato la sua folle e cieca galoppata, ha dato i suoi frutti interrompendo i contagi, è l’isolamento sociale.
Chiudersi in casa ed eliminare i contatti con altre persone.
L’annullamento tutte le situazioni di aggregazione; la chiusura di scuole, bar, ristoranti, musei, cinema, palestre, è stata progressivo ed inesorabile fino ad arrivare a coinvolgere aziende, uffici e risparmiando solo i settori alimentari e medico-sanitario.
Del resto, ad oggi, l’Italia ed il suo sistema sanitario sono allo stremo, soprattutto in alcune regioni del Nord dove “l’amico Corona” è deflagrato con una intensità devastante.
Terapie intensive intasate, medici ed infermieri con turni di lavoro massacranti e che si ammalano e muoiono a loro volta; numeri sempre più risicati per apparecchiature, posti letto e dispositivi medico-sanitari di protezione come mascherine e camici, sempre più introvabili, nonostante gli sforzi titanici del Governo e della Protezione Civile.
Anche lo sport si è fermato ad ogni livello, dal professionistico all’amatoriale, ed il tennis non fa eccezione.
Sono una tennista professionista del circuito WTA che preferisce restare anonima. Rimanere chiusa in casa per giorni, in spazi limitati e non potersi allenare è davvero dura. Faccio ginnastica, quasi esclusivamente a corpo libero perché richiede poco spazio e poca attrezzatura. Però mi manca il tennis, la racchetta, il rumore della pallina, quel TOK……TOK-TOK ritmico e costante che in questo momento sarebbe la musica più bella del mondo.
Guardando Instagram vedo che i miei colleghi e colleghe sono nella stessa situazione.
Una di loro vive in casa con la sorella: si sono inventate di palleggiare al volo, usando il divano come rete. “F***TA!!!!!!” penso ma subito mi rendo conto che, vivendo da sola, è più complicato praticare uno sport in cui si è sempre almeno in 2!
Mi guardo attorno in cerca di ispirazione ed ecco che l’idea arriva: la credenza è alta poco più di una rete regolamentare ed è appoggiata al muro che è appena diventato il mio nuovo sparring partner.
Spostando il tavolo, le sedie e togliendo i quadri, riesco a palleggiare, quasi esclusivamente al volo, ma meglio così, visto che il gioco a rete è sempre stato il mio tallone d’Achille.
Mentre palleggio penso di filmarmi con il cellulare e postare la story su Instagram, taggando sia la collega che mi aveva dato il là, sia un altro tennista italiano (manteniamo l’anonimato x tutti, per par condicio!), sfidandolo a chi avrebbe fatto più volè senza errori.
Lui, non solo ha raccolto (e vinto!) la sfida ma ha pensato di taggare e sfidare il suo rivale più agguerrito.
È stato così che in poco più di 24 ore Instagram si è riempito di tennisti e tenniste che si sfidavano, palleggiando in casa con mamme, papà, fratelli, fidanzate, cani, gatti….
Ho pensato che tutto questo amore per il tennis dovesse e potesse portare a qualcosa di utile per la nostra Italia in questo momento così difficile.
Ho interpellato un mio amico un po’ nerd (non si offenderà spero!), mago di grafica e filmaking: ha creato un filmato molto divertente da un patchwork di tutte le stories della tribù del “quarantine-tennis”.
Questo mini-movie è subito diventato virale sui social; lo step successivo è stato quello di attivare una raccolta fondi e di trasformare il filmato in uno spot per promuoverla, anche grazie ad alcune TV nazionali che lo hanno mandato in onda.
La risposta della generosità italiana è stata sorprendente e tutto il ricavato è stato donato ad un ospedale lombardo (anonimo!) che lo utilizzerà per dotare gli eroi in prima linea in questi giorni terribili, ovvero medici, infermieri e volontari, dei necessari dispositivi di protezione individuale.
GAME, SET, MATCH….Covid-19 contro il tennis italiano hai perso!
Racconto di fantasia, dedicato a Bergamo, Brescia e a medici, infermieri e volontari della regione Lombardia.