Cronache di Pandemia: giorni 5-10lettura di 7'
Giorno di prigionia numero 5 – Ore 21:24
Cristina giace nel letto già pronta ad addormentarsi dopo aver assunto dosi di uomini e donne letali ad ogni essere con pollice opponibile. Leonardo dorme perché fondamentalmente lui é superiore a tutto ciò. Francesco tenta di dormire ma non ci riesce disturbato dal congiuntivo del tronista di turno. Io sto sul divano in sala, mangiando gelato e in overdose di Netflix, mentre un pupazzo di uno gnomo mi fissa con aria interessata. Ma ci conosciamo da poco, non posso ancora cedere alle sue lusinghe. Forse.
Giorno di prigionia numero 6 – Ore 19:44
Sto germogliando sul divano, con la compagnia dei miei figli interessati alla mia maratona di film spazzatura anni ’90.
Anche i cani sono stupiti ed infastiditi dalla mia presenza superiore alle 12 ore consecutive, e dal mio modo di vivere simile al loro: mangiare dormire andar in bagno. Nei prossimi giorni non escludo di farla nel prato.
Cristina sta solo cercando il giusto pretesto per fingere l’incidente domestico e liberarsi di me. La capisco.
Nel frattempo parla tantissimo.
Lo gnomo mi guarda in modo provocatorio, oggi più di ieri.
Dimenticavo:
Ho mangiato 8 volte il mio peso in 48 ore.
Giorno di prigionia numero 7 – Ore 20:40
Comincio a cedere.
Dopo aver trascorso la giornata tentando di capire cosa mi impediva di camminare con normalità, ho capito che erano i miei coglioni. Ho mangiato tantissimo ed ho preso la saggia decisione che finito tutto mi iscriverò a sumo.
A Cristina, sempre socievole come una guardia Svizzera, è apparsa un’aureola sulla testa. Non credo sia dovuto alla sua sopportazione verso gli esseri maschili della famiglia.
Temo invece che lo spirito santo abbia approfittato della mia scarsa lucidità per farla sua. Mi preoccupa in questo caso l’arrivo di 3 extracomunitari in cammello, che non so dove ospitare.
Pazienza.
Francesco e Leonardo ormai mi trattano come io avrei trattato il robot Emilio. Calci e pugni, intervallati da ottime dosi di disobbedienza. Li capisco. Ma Emilio è meglio.
Sto dando evidenti segni di squilibrio mentale, e sviluppando nel frattempo una carriera parallela di narratore comico, che mi preoccupa esattamente come il fatto che qualcuno legga giornalmente i miei deliri post-adolescenziali.
Comunque lo gnomo, nel frattempo ribattezzato Wilson, non ha fori.
Giorno di prigionia numero 8 – Ore 19:50
Notizia del giorno: ho smesso di mangiarmi le unghie. Non fotte un cazzo a nessuno, ma per me è una conquista vera. Comunque…
Dopo tanti giorni l’ho fatto. Mi sono fatto forza. Ho cominciato a seguire su Instagram Marisa Laurito. La succosa Marisa Laurito. L’ho notata nel suo ultimo successo: 50 smagliature di nero.
La voglio vedere danzare con l’hula hoop sugli autoscontri sulle note di Gigi D’Agostino.
Se paga lei i gettoni.
Il risveglio mattutino è stato come al solito a base di odio verso il prossimo, pessimismo e flatulenza incontrollata. L’ho combattuto mangiando la produzione 2020-2021 di liquironi.
Cristina mi prepara una discutibile dose di vitamine, integratori e sciroppi vari. Credo stia attentando alla mia psiche, per il fisico siamo ormai allo sbando. Ho gli addominali in quarantena. Dal 2004.
I miei figli, dopo aver riposto la mia dose giornaliera di cibo nella ciotola, dalla quale mi sono cibato uscendo dalla mia cuccia, hanno fatto colazione a tavola con Cristina e Margo, ormai capofamiglia e leader indiscusso della scena politica in quella che mi ero illuso fosse casa Pezzotti.
Nel frattempo la mia ipocondria ha raggiunto livelli incontrollabili. Ho acquistato due maschere facciali come quelle utilizzate dai vigili del fuoco. La dose di polvere sopra quelle confezioni ed il prezzo esposto in lire fa presagire che qualcuno stasera brinderà alle mie spalle.
Maledetti.
Per lo meno mi aspetta dopo tanto tempo una serata devasto:
Piadina non integrale
Coppa del nonno ancora dura e fredda
Frozen II senza anestesia
Forse, ma non so se me la sento, in ordine misto.
Giorno di prigionia numero 9 – Ore 20:02
La giornata inizia con il sorriso. Da qualche parte nel mondo. Qui no. Qui inizia con difficoltà motorie, alitosi, astio e autocommiserazione. Sono ipocondriaco, devo averlo già detto.
Davanti allo specchio, da solo, dopo giorni partono idee strane, a volte controproducenti, ma di cui non sentivi l’esigenza da un po’. Tipo pettinarmi. Errore grave. La chioma, una volta pronta ad essere addobbata da festa presenta sfumature argentate, non alla George Clooney ma alla Giampiero Mughini.
Sapete, per noi sex symbol questa è una fase delicata, crollano le certezze. Mi duole quindi informarvi che questo mese non comparirò sulla copertina di For Man magazine ma farò una comparsa in “malattie imbarazzanti” su Real Time nella parte dell’imbarazzo. È davvero una fase strana passare da operatore nautico ad essere la Chiara Ferragni delle stronzate.
Comunque, Cristina, in preda a manie di risparmio pre e post catastrofe (già vissute nel 2012 con i Maya) comincia a fare discorsi di chiaro stampo mafioso:
“Dobbiamo cominciare a mangiare quello che abbiamo in frigorifero senza sprechi”
E così oggi a pranzo sono stato nutrito con una squisita zuppa di yogurt con smarties, maionese e burro in crosta di Kinder fetta al latte.
La giornata è proseguita con il fai da te. Da 2 anni mi era stata data una missione: montare una scarpiera. Oggi l’ho fatto. Da solo. È caduta dopo 42 minuti, da sola, senza scarpe dentro. Svedesi di m****.
Volevo segnalarvi che ieri ho ricevuto una valanga di lamentele per l’assenza (volontaria) di citazioni per il nano.
Insegna la mia esperienza che quando una persona ti interessa devi un po’ ignorarla, tipo quando alle medie ti fidanzavi e da lì partiva uno sciopero della parola che durava 4-6 mesi. Ai miei tempi intendo , quando eravamo dei rozzi senza social che si riempivano di squilli e si ficcava solo in estate perché c’era la summer card e non pagavi 2400 messaggi che dovevi mandare ad ogni singola ragazza per far sì che ti mostrasse un laccio del reggiseno da dietro, ma senza esagerare.
Ora alle medie hanno i miei 20 anni.
Beati loro.
La caduta della scarpiera ha fatto sì che il mio occhio ricadesse su di lui, piccolo nano peloso. Mi ero ripromesso di forarlo, perché era giusto così. L’ho fatto, l’ho forato. Non dove pensate voi ma sulla bocca, per sentire le sue parole. Ma poi non parlava quindi è finita come pensavate voi.
Evviva.
Buona serata, a domani, alla giornata 11 comincio a raccogliere offerte col cestino.
Giorno di prigionia numero 10 – Ore 20:25
Giornata nella norma tutto sommato. La mia conformazione fisica sta mutando a seguito del mio regime di vita: mi sta crescendo muschi e licheni e le mie gambe stanno pian piano crescendo a scapito del mio busto per far spazio ai coglioni che stanno diventando i veri protagonisti di questa quarantena.
Cristina e i bambini stanno vivendo bene la mia presenza, sono felicissimi del mio entusiasmo contagioso ed oggi, per festeggiare hanno deciso di cantare tutti insieme.
Hanno cantato tutte le canzoni di Tiziano Ferro.
E di Biagio Antonacci.
Perché il dolore quando te lo vogliono infliggere deve essere vero.
Ora, nulla contro Tiziano e Biagio, però se fai una ad ogni donna (o portoricano di 23 cm…) che incontri devi fare una canzone (sere nere in questo senso è abbastanza eloquente), stanzia l’extra budget e vai a puttane (non so come si chiama tecnicamente un puttano maschio) .
Ma forse la maturità non fa per me, io canto ancora con sorriso demenziale “quella cosa” dei Gemelli Diversi. Che ora avran 76 anni. Potrei cantarla per tutti voi, ma non ho un balcone.
Ma nella mia mente, oggi, solo lui, un uomo tutto di un pezzo (meno un buco artificiale ), un uomo deciso che ha conquistato il mio cuore: il nano. Cosa posso dirvi di lui? Di lui, che riesce a sussurrare nell’orecchio di Pistorius senza fatica? Chi di voi può fare altrettanto? Finita questa quarantena il suo viso comparirà su questa pagina in tutta la sua splendida eleganza.
Un pensiero però oggi va a voi, podisti della giornata. Voi che presi da un irrefrenabile desiderio di sportività passate le giornate a correre e ad uscire con le vs adorate biciclette.
Premesso che per farmi correre per strada a qualsiasi ora dovete avermi rapito la famiglia e correre essere l’ultima strada per liberarli (non ora, ora sono disposto a correre se mi promettete di rapirli), e considero il ciclismo su strada provinciale affollata il primo passo verso l’arteriosclerosi, vi odio esattamente come odio le persone che lasciano le frasi incompl
Buonanotte