Belli e sfigatilettura di 8'
Caro lettore,
questa è una storia d’amore.
“Che noia” penserai
Sono già in quarantena, giammai!
Racconta del vero,
Questo non è un mistero.
Del bello e del brutto viene raccontato,
in questa vita nulla è scontato
si spera che la fine sia lieta,
per dare gioia alla nostra anima ora inquieta.
Una buona lettura auguro a te lettore,
regalandoti in queste buie giornate un po’ di colore.
Correva l’anno 2020, anno doppio.
I credenti e gli scaramantici sono soliti pensare che queste coincidenze numeriche portino a grandi sciagure. Infatti fu un anno funesto. Non appena l’anno cominciò, tutto sembrava tranquillo, il sole splendeva in tutta la sua bellezza, gli animali stavano al caldo nelle loro tane e gli aerei segnavano il cielo con lunghe e bianche scie, la terra continuava a girare e la notte e il giorno si davano quotidianamente il cambio. Ma un giorno tutto cambiò.
Infossato in una minuta valle montana, c’era un paese sconosciuto agli italiani ma rinomato in tutto il resto del mondo. L’inverno era cominciato, il paesino pullulava di gente proveniente dagli angoli più remoti del globo. Chi non era lì per godersi i piaceri della vita, doveva lavorare per portarsi a casa il pane che il destino non gli aveva regalato. C’erano due giovani ragazzi, lui un giovanotto grande, forzuto, tutto d’un pezzo e con la montagna nel cuore, lei poco più giovane, montanara di nascita, sognatrice e persa nel suo mondo. I due ragazzi lavoravano insieme, e fin dal primo giorno P venne colpito dalla stranezza della ragazza e ne fu rapito. Ma lei, M aveva troppi pensieri per la testa, tante cose da risolvere e troppa voglia di divertirsi per poterlo notare. I giorni passarono ma M non lo degnava di uno sguardo, povero ragazzo! M stava vivendo un periodo scombussolato, tutto ciò che gli sembrava una certezza, improvvisamente gli arrecava disagio, molte persone di cui si fidava le voltarono le spalle. Si trovò di punto in bianco a dover resettare la sua vita.
Il destino volle che M non fosse sola in questo percorso, le mandò una fatina di nome Grace. Grace le fece riscoprire il potere delle sensazioni, il valore delle piccole cose e il potere curativo degli animali. Potremmo dire che le fece riaprire gli occhi.
Un bel giorno, mentre Grace ed M stavano chiacchierando, Grace fece una rivelazione: “Cara M, sai che io non rimarrò qui al tuo fianco ancora per molto tempo, ma stai serena, ti assicuro che ci sarà una persona che si prenderà cura di te e sarà per te un’inaspettata sorpresa”.
Quella sera G ed M si lasciarono così, con questa rivelazione.
Nel mezzo ci fu Natale, le festività passarono, si festeggiò l’arrivo dell’anno nuovo e i primi cambiamenti iniziarono a farsi sentire. Gennaio passò in fretta e M mossa dallo spirito del cambiamento, avendo capito la direzione da seguire per il suo futuro, chiese aiuto a P per fare il primo passo verso una nuova vita. Fu la svolta.
Quella sera P si presentò all’appartamento di M con uno zaino in spalla e una cesta di piena di cose da mangiare. Mosso dall’entusiasmo preparò la cena per entrambi perché: “a pancia piena si lavora meglio”. Nonostante la stanchezza, P la aiutò nell’impresa, si mostrò gentile e amorevole tanto che M ne rimase sorpresa. Tutta quella gentilezza nei suoi confronti la metteva in imbarazzo. Quando lui se ne andò, un sorriso le comparve sul viso. “Chissà, forse Grace si riferiva a lui quando mi fece quella confessione” pensò M. Il lavoro iniziato quella sera non venne concluso, bisognava portarlo a termine, così con il pretesto del: “ma io non so nemmeno da che parte cominciare”, P capì che doveva rimboccarsi le maniche, M era proprio un disastro. Il lavoro venne terminato ma M si rese conto che le piaceva trascorrere del tempo con quel ragazzone dall’accento tanto famigliare.
Così dopo quella sera ce ne furono altre e ci fu il film, “Frankenstein jr”. La sera del film, come di consueto i due cenarono insieme. P se non mangiava primo e secondo non era felice, lui amava cucinare però era un gran casinista e mise soqquadro la cucina di M per preparare tutto quel ben di Dio di cose. Finito di cenare trovarono il film e iniziò la proiezione… P si sedette vicino a M, continuava ad avvicinarsi tanto che gli si sedette quasi in braccio. Voleva starle vicino il più possibile. Il film fu uno spasso, M non lo avrebbe immaginato nemmeno a pagarla, ma a quanto pare P aveva il dono di stupirla. Si era fatto tardi e M volle a tutti i costi sistemare il casino lasciato dallo “chef”. Dopo aver pulito e riordinato tutto il marasma, con molta vergogna M si confessò con un semplice ma sentito: “ti voglio bene P e grazie per tutto”.
Cari lettori, cosa volete che vi dica… ci fu il bacio… Ma fu davvero così inaspettato?
L’amore era sbocciato, i due volevano trascorrere le serate insieme senza farsi scoprire da colleghi e tantomeno dai titolari, i quali fornivano loro gli alloggi. Se i titolari fossero venuti al corrente di questa storia, avrebbero sicuramente reso la vita difficile ai due giovani. Così adottarono lo stratagemma di entrare di nascosto nell’appartamento di M dalla finestra. In realtà P ci prese gusto a fare queste uscite di soppiatto come fosse un ladro. I colleghi però notarono nuove simpatie nell’aria e iniziarono a fare le prime supposizioni, si incuriosirono di questa “nuova amicizia”, quindi i due ragazzi per nascondersi erano costretti a negare l’evidenza, ma questo rendeva tutto più divertente. Grazie al cielo c’era pure Grace che li proteggeva dalle insinuazioni e supposizioni di quei pettegoli ficcanaso.
Furono giorni bellissimi per P ed M. P sembrava avere un potere curativo su di lei, le donò una felicità fatta di piccoli gesti, da una passeggiata in notturna sotto la neve che cadeva soffice, a prepararle la colazione ancora prima che si svegliasse o ancora a farle trovare uno sgorbio di pupazzo di neve fuori dalla finestra (lui però sopravvisse al caldo per molto tempo). Tranquilli amici, P non era solo un romanticone, era un tipo molto sveglio e sagace, ogni tanto riusciva a creare dubbi amletici ai suoi colleghi con aneddoti che li facevano cascare dal pero, chiedendo loro ad esempio dove andare a comprare dell’acqua liofilizzata oppure dell’aria spray. Sembrava tutto così facile fino a che, alla fine di febbraio, arrivò Covid, che iniziò a rovinare la vita a molte persone. Covid era un nemico invisibile, aveva il potere di indurre grandi sofferenze. Non tutti sopravvivevano alle sue torture. In molti lo sottovalutarono all’inizio, servirono un paio di settimane per capire quanto era malvagio. La sua gravità comportò lo spopolamento nel paesino di montagna dove i due giovani lavoravano, gli alberghi iniziarono a chiudere e un giorno, senza alcun preavviso P venne licenziato. L’hotel per il quale prestava servizio avrebbe chiuso nel giro di pochi giorni, da quel momento lui non serviva più.
Penso che possiate immaginare, cari lettori, lo sconforto e la tristezza di M, che si vide strappare dalle mani il suo P. Nei giorni successivi M avrebbe festeggiato il suo compleanno e sarebbe stato l’ultimo giorno che avrebbe trascorso con lui, questo la addolorava ancora di più. Era l’8 marzo, M era al lavoro, una giornata noiosissima. Nel pomeriggio le arrivò un messaggio da parte di P che le strappò un sorriso, era un invito a cena. Lui si presentò alla sua porta profumato e vestito di tutto punto, era così bello nella sua camicia azzurra! Per lei fu uno shock, abituata a vederlo in tenuta sportiva con spiccate tendenze verso le tonalità dell’arancione o del verde. Fu una serata meravigliosa, per la prima volta M si sentì come una principessa, amata e fortunata. Nonostante ciò provava il retrogusto amaro della consapevolezza che nei giorni seguenti lo avrebbe dovuto salutare.
Si fece mattina, era il 9 marzo, il giorno del suo compleanno. Alzarsi fu dura ma affrontare la giornata di lavoro lo fu ancora di più. P era alle prese con il trasloco e corse come un matto macinando chilometri in macchina per poter essere presente al compleanno di M. La giornata fu pesantissima. M tornò a casa stanca, ma su consiglio della saggia Grace si rilassò, indossò il vestito più bello che aveva, sfoggiò un grande sorriso e agghindate per la festa Grace ed M incontrarono gli invitati. La serata passò tra risate e allegria. Finita la cena, solito rituale, P entrò dalla finestra. I due crollarono quella sera, sfiancati dalla giornata impegnativa. La sveglia suonò anche l’indomani, i ragazzi dovevano salutarsi. Come non mai quella mattina P non si sarebbe dovuto far vedere da nessuno. Se i titolari lo avessero beccato, i due sarebbero finiti nei guai, P sarebbe dovuto essere a casa sua, a chilometri di distanza. Così uscito dalla finestra, P sparì dietro la siepe e da quel momento i due non si videro più.
Covid intanto continuava a mietere le sue vittime diffondendo il terrore tra la gente. Molte persone non poterono tornare alla loro abitazione, come Grace che rimase intrappolata tra le montagne. I paesi e le città si svuotarono, le persone erano costrette a rinchiudersi nelle loro case o a nascondersi dietro mostruose mascherine. Nel giro di poche settimane sembrava che l’intera umanità fosse stata catapultata in un mondo asettico di sentimenti, dove il più tenero abbraccio poteva essere un’arma letale o dare una carezza al proprio bambino poteva essere pericoloso. Il mondo si era fermato. Tutto era cambiato. Anche M e P erano bloccati nelle loro case, distanti chilometri e chilometri. Ogni giorno cercavano di annullare la distanza che li separava, si facevano forza a vicenda, vincendo la tristezza che questo momento portava con sé. I giorni erano interminabili ed erano identici al giorno precedente, ma P ed M combattevano contro il tempo e contro il destino che sembrava essere loro avverso, perché sognavano di riabbracciarsi ancora, un giorno.